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CD/DVD LIMEN MUSIC www.limenmusic.com

 

 

SHADOW'S MYSTERY

 

 

CLAUDE DEBUSSY

 

Préludes Livre II

 

 

MAURICE RAVEL

 

La valse, pour piano solo.

 

 

LETIZIA MICHIELON, piano

 

 

Uscita/Release: Giugno 2014 / June 2014

 

Cover Photo

© Etta Lisa Basaldella

 

i-Tunes

 

Video - Ravel: La Valse

 

Radio Interview RSI 16/12/2017 R. Corrent

MP3 DOWNLOAD - PODCAST

 

Radio Interview RTV Slovenia

(click "Sonoramente Classici" 24/7/2014)

Direct Download MP3 Audio

 

Rai Radio3 - Qui Comincia, A. Menichetti

Trasmissione del 28 agosto 2015 dedicata a Letizia Michielon

PODCAST - MP3 DOWNLOAD

 

Presentazione Rai Friuli Venezia Giulia 13/06/2014,

O. Fossati. MP3 Audio

 

Recensione Il Gazzettino 13/05/2015, M. Messinis - download

Recensione Il Gazzettino 13/08/2015, R. Petito - download

 

 

Estratto dal booklet

Excerpt from the booklet, English Version

 

Pubblicata nel 1913, la seconda raccolta di Préludes per pianoforte di Claude Debussy lascia trapelare uno sguardo compositivo filosofico, oggettivo, strutturale. Con felice intuizione Vladimir Jankélévitch, nella sua monografia Debussy et le mystère (1949), evidenzia la straordinaria capacità evocativa di un linguaggio sonoro in grado di rifrangere, nelle sue architetture evanescenti, la sottile rete di baudelairiane correspondances. Il percorso che si snoda lungo il Deuxième Livre dei Préludes sorge infatti dalla nebbia politonale di Brouillards, ancora legata alla physis (natura), e approda alla cosmogonia meta-fisica di Feux d’artifice, con cui si chiude enigmaticamente la raccolta: l’elemento umano pare riassorbito all’interno di un universo ove un’energia senza volto crea e distrugge mondi tra loro misteriosamente connessi nella polarità inscindibile vita - morte. Segrete assonanze motiviche intrecciano saldamente i fili dei dodici brani assicurando coesione e coerenza interna a una raccolta che può considerarsi, per varietà di tematiche e maturità compositiva, il testamento del musicista francese, coronato due anni più tardi dai visionari Studi. Per Jankélévitch ogni quadro può interpretarsi come uno spaccato istantaneo del mistero dell’apparenza; ma è forse lecito immaginare l’intero ciclo nel suo complesso come un’unica partitura orchestrale, sull’esempio di Un coup de dés di Mallarmé: sorta di sezione dell’Essere che restituisce sinteticamente il Mistero attraverso una compresenza di intuizioni, sobbalzi, echi, esitazioni che permangono in sovrapposizione temporale all’interno di uno sfondo psichico cangiante.

Sinuosità che animano anche il poema coreografico La Valse, elaborato da Maurice Ravel in occasione della commissione di un balletto da parte di Djagilev, iniziativa purtroppo siglata da un fallimento che segnerà la frattura tra i due artisti. Dietro le apparenze innocue e leggiadre dei valzer viennesi, magistralmente trasfigurati e drammatizzati nella seconda delle due parti in cui si struttura l’opera, vibra il crollo dell’intera cultura europea. Il cromatismo incrina i profili melodici, i piani prospettici s’incrociano e sovrappongono cubisticamente portando alla luce la valenza distruttiva e angosciosa di una danza che diventa specchio delle aspirazioni edonistiche e delle ossessioni di un’intera civiltà. La trascrizione per pianoforte a due mani dello stesso autore consente di esaltare, grazie all’uso dei pedali e alla tavolozza timbrica dello strumento, l’ombra oscura dell’inconscio da cui l’eros sorge e in cui riaffonda, in un crescendo irrefrenabile e schizofrenico che solo nel vortice della morte trova appagamento e compiuta realizzazione.

Letizia Michielon

 

 

The second book of Debussy’s Préludes for piano, published in 1913, reveals a compositional approach pregnant with philosophic meaning, objective and solidly structured. In his monograph Debussy et le mystère (1949) Vladimir Jankélévitch acutely highlights the extraordinary evocativeness of a musical language that reflects in its evanescent architectures the subtle plot of baudelairian correspondances. The route described by this Deuxième Livre of Préludes starts indeed from the polytonal mist of Brouillards, still related to the physis (nature), and leads to the meta-physic cosmogony of Feux d’artifice, the enigmatic conclusion of the series. The human aspect seems to be reabsorbed by a faceless energy, that creates and destroys worlds mysteriously interrelated in the indivisible polarity of life and death. Secret motivic assonances reinforce the threads of that plot, ensuring the internal coherence of a collection that can be considered, in virtue of its thematic variety and compositional maturity, the testament of the author, completed two years later by the visionary twelve Études. According to Jankélévitch’s opinion each picture can be interpreted as a snapshot of the mystery of the appearance; however one can imagine the whole cycle as an unique orchestral score, along the lines of Mallarmé’s poem Un coup de dés: a sort of cross-section of Being, synthetic representation of Mystery, in which intuitions, surprising jumps, echoes and hesitations flow superimposed through the time, on an ever-changing psychic background.

Similar sinuous movements enliven the choreographic poem La Valse, realized by Maurice Ravel in occasion of Djagilev's ballet commission, an initiative that unfortunately failed, causing the breaking of the relations between the artists. Behind the innocuous and graceful exterior of the Viennese waltz, masterfully transfigured and dramatized in the second of the two parts of the piece, the collapse of the European culture occurs: the chromatism distorts the melodic lines, the perspectives cross in cubistic superimpositions, unearthing the destructive, anguished side of a dance that becomes a mirror of the hedonism and the obsessions of a civilization. The version for solo piano (two hands), written by the composer himself (in addition he realized two other arrangements, for piano four hands and for two pianos) allows the interpreter, thanks to the pedals and to the instrumental colours, to enhance the darkness of the Unconscious’s shadow, from which the eros rises and into which it sinks again: its unarrestable schizophrenic crescendo can find complete satisfaction only in the vortex of Death.

Letizia Michielon

 

 

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